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Ipercolesterolemia

L'ipercolesterolemia rappresenta un disordine metabolico rappresentato da uno stato di concentrazione elevata di colesterolo totale nel sangue, e ci si trova in questa situazione quando la colesterolemia è alta; la colesterolemia rappresenta cioè la concentrazione del colesterolo nel sangue, espressa in mg/dl (milligrammi per decilitro), la quale, se supera i valori ritenuti normali per una certa popolazione di riferimento, dà vita alla ipercolesterolemia che, a seconda di vari fattori, può portare a problemi più o meno gravi per la salute.

Poiché il colesterolo viene prodotto per lo più autonomamente dall'organismo, soprattutto dal fegato, e viene assunto tramite il cibo solo in maniera molto marginale, la colesterolemia dipende essenzialmente dallo stato di salute dell'individuo ed è considerata normale per valori compresi tra 140 e 200 mg/dl; superati questi valori, si parla di ipercolesterolemia, con il rischio che la salute dell'individuo venga fortemente compromessa, fino al rischio di morte sopraggiungibile per seri problemi cardiovascolari.

Riguardo alla determinazione del rischio di incorrere in questo tipo di problemi, però, si deve tenere conto che il parametro principale da valutare non dovrebbe essere il livello di colesterolo totale, ma dovrebbe essere il livello di colesterolo LDL rispetto a quello di colesterolo HDL; quest'ultimo, infatti rappresenta il cosiddetto colesterolo buono, che è auspicabile essere presente nell'organismo in concentrazioni elevate al fine di ripulirlo dagli eccessi di colesterolo cattivo LDL. Conta dunque più il valore del rapporto tra i livelli di colesterolo LDL e colesterolo HDL, che il valore del livello di colesterolo in assoluto, tant'è vero che, spesso, è esposto ad un minor rischio di salute chi presenta colesterolo totale alto ma colesterolo LDL basso, rispetto a chi presenta un quadro clinico opposto.

Legate al concetto di ipercolesterolemia vi sono le denominazioni con le quali ci si riferisce al colesterolo buono e al colesterolo cattivo, che derivano dai diversi tipi di lipoproteina impiegati per il trasporto del colesterolo nel sangue. Le lipoproteine plasmatiche in oggetto sono infatti molecole costituite da lipidi, tra cui figura appunto il colesterolo, e proteine e, a seconda dell'entità del loro contenuto lipidico, possono presentare densità diverse e quindi nomenclature diverse; le lipoproteine LDL sono a bassa densità, e il loro acronimo sta infatti per Low Density Lipoprotein, mentre le lipoproteine HDL sono ad alta densità, e il loro acronimo sta infatti per High Density Lipoprotein. Le lipoproteine a bassa densità sono quelle in cui la componente lipidica è relativamente alta, mentre quelle ad alta densità sono quelle in cui la componente lipidica è relativamente bassa.

L'ipercolesterolemia entra in gioco quando si superano concentrazioni di colesterolo nel sangue considerate normali, ossia quando la colesterolemia mostra un valore di concentrazione di colesterolo totale superiore a 200 mg/dl e un valore di colesterolo LDL superiore a 130 mg/dl, sebbene si tratti di indicazioni approssimative che dovrebbero essere integrate, correlate con altre informazioni di vario tipo, quali lo stile di vita del paziente, il suo sesso, la sua età, la sua condotta alimentare, la sua storia riguardo ad eventuali vecchie malattie cardiovascolari ecc.

Le conseguenze dell'ipercolesterolemia possono essere molteplici ed essa rappresenta un importante fattore di rischio per l'insorgenza di malattie cardiovascolari quali l'aterosclerosi, una malattia che sopraggiunge quando si formano accumuli di tessuto fibroso nelle arterie di grosso calibro, che possono causare infarti cardiaci e ictus cerebrali. Nelle arterie si possono cioè formare degli ateromi, ossia delle placche, costituite per lo più da lipidi e globuli bianchi, che le rendono meno elastiche e, oltre al rischio di rottura dei vasi sanguigni dove tali accumuli di tessuto si formano, vi è il rischio, ancora più pericoloso, che le placche si rompano e formino dei trombi, al contatto con il sangue, dei coaguli che, circolando nell'organismo, potrebbero ostruire vasi sanguigni di piccolo calibro non permettendo più al sangue di arrivare ad irrorare i tessuti portando l'ossigeno e le sostanze nutrienti necessari alla loro vita.

Per misurare la colesterolemia basta un prelievo di sangue effettuato dopo un periodo di digiuno di circa 12 ore ed evitando che nei giorni precedenti si consumino cibi ricchi di colesterolo, quali uova e vari cibi grassi, che potrebbero alterare i risultati delle analisi. Per mantenere bassa la colesterolemia, infatti, si deve evitare di mangiare cibi grassi dall'alto contenuto di colesterolo, quali le uova, il burro, creme varie, merendine, pasticcini, biscotti, e tutti quei prodotti che contengono oli tropicali, soprattutto l'olio di palma, altamente nocivo per la salute. Si dovrebbero invece consumare alimenti ricchi di colesterolo buono HDL, quali il salmone fresco, ricco di acidi grassi Omega 3, i cereali integrali, i legumi, frutta e verdura.

Per contrastare l'ipercolesterolemia si potrà agire sull'alimentazione, sull'attività fisica, sullo stile di vita, e si potranno considerare i farmaci in quei casi sia necessario, sotto indicazione medica. Uno specialista, in questo frangente, dovrà valutare diversi parametri per stabilire la cura farmacologica più appropriata, o quantomeno per dare indicazioni sul da farsi. Non è infatti detto che si debba per forza ricorrere ai farmaci nei casi di colesterolo alto, in quanto possono esistere livelli alti di colesterolo per cause diverse, non tutte allo stesso livello di gravità.

Poiché la gravità di una data ipercolesterolemia è dipendente anche dal sesso, dall'età e da altri fattori, individui diversi soffrenti di colesterolo alto presenteranno un quadro clinico diverso a seconda delle loro caratteristiche, così che, ad esempio un ragazzo giovane, non fumatore, praticante regolarmente esercizio fisico, non sovrappeso e seguente una buona dieta, che dovesse avere un certo livello di colesterolo alto, potrebbe presentare un quadro clinico molto meno allarmante, ad esempio, di un uomo di una certa età, fumatore, sovrappeso, sedentario che dovesse avere lo stesso livello di colesterolo alto, e questo a maggior ragione se quest'uomo avesse anche avuto infarti in precedenza. Il rischio di problemi cardiovascolari, infatti, non dipende semplicemente da fattori predispositivi considerati singolarmente, ma dipende molto di più che da questo, in quanto la concomitanza di più fattori incide più che per la loro semplice somma.

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